Uno dei nostri grandi brand: save the duck
Un grande papero arancione sospeso a due metri da terra è il simbolo di save the duck, al quale conduce un percorso di luce, lungo il quale si snoda la collezione: dai classici piumini senza piuma a nuovi capi di realizzati con materiali cruelty-free senza prodotti di origine animale, né piume, né lana, né pelle.
Da sempre Save the Duck fa dell’ironia un ingrediente fondamentale per comunicare il proprio messaggio, a partire dal logo che rappresenta un papero che se ne va fischiettando, con una goccia di sudore sulla fronte dopo essere scampato alla spennatura.
Noi salviamo gli animali, salviamo le oche, questo è quello che facciamo”,
Ovviamente non è possibile pensare di salvare gli animali inquinando l’ambiente, quindi cerchiamo di lavorare al meglio anche in questo senso”. Ma le riflessioni di Bargi rivelano che il lavoro è tutt’altro che semplice: “In maniera trasparente ci piace raccontare cosa c’è dietro ai nostri prodotti”, spiega. “La sostenibilità è un concetto complesso e al suo interno si trovano delle contraddizioni, quindi una persona deciderà quale prodotto preferisce e perché”. La collezione di Save the Duck, infatti, ha diverse linee, ognuna con un’anima diversa. Accanto a quella classica con il logo arancione, che ricicla il Pet vergine per realizzare l’imbottitura, ci sono i capi con il logo verde, realizzati per il 95 per cento utilizzando bottiglie di plastica riciclate. Si tratta di un livello più elevato di sostenibilità, che guarda a una ideale società senza petrolio nella quale non troveremmo il Pet vergine, che è uno scarto di raffinazione e una delle materie prime della collezione base”. Si sta lavorando anche a un prodotto tutto bio vegetale, mentre c’è già una linea per gli amanti del mare, identificata con il bollino azzurro, che utilizza un tessuto prodotto con le reti da pesca recuperate in mare. “Lasciamo che il consumatore scelga, secondo la propria sensibilità, in una rosa di prodotti che sono sempre e comunque animal-free”.
La sostenibilità come obiettivo etico e di business
Come spesso accade tutto è nato in un momento di difficoltà. Venendo a termini con la crisi, Save the duck ha cercato una nicchia in cui non ci fossero concorrenti. Ha ripensato a un articolo che aveva letto sulle nuove tendenze, sul fatto che i giovani consumatori avevano iniziato a pretendere sostenibilità. Grazie alla sua esperienza in montagna sapeva anche che la piuma teneva caldo ma non era traspirante, che serviva ricerca e tecnologia per avere un buon prodotto. Su una cosa non aveva dubbi, non voleva un prodotto con materiali di origine animale.